Le terre trovate

Sono lieto di presentare ai colleghi ed al pubblico di questa città la mostra di un compatto gruppo di dipinti su carta di medio formato di un pittore che, dopo aver vissuto molti anni in varie città italiane ed europee, lavora da venti anni stabilmente a Roma. Luciano Cacciò ha alle sue spalle una lunga esperienza letteraria e giornalistica, ma la pittura è, da tempo, il principale oggetto dei suoi pensieri e la sua principale attività. C’è tuttavia un rapporto che non è di analogia né di dipendenza, ma piuttosto di assonanza tra il discorso letterario e il pittorico. La trasparenza e l’evanescenza dei toni, l’impasto ad olio diluito fin quasi alla tenuità dell’acquerello, le rade interiezioni cromatiche nelle prevalenze suggestive variazioni di grigi, evocano chiaramente ritmi poetici e arcanamente narrativi. La sua ricerca è nella linea di quella che si chiamò Astrazione lirica, ma con una intensa mobilità di atmosfere che tradisce l’appassionata lettura di Turner e Whistler. Sono sicuro che i miei amici sapranno leggere nelle opere qui esposte di questo incantato artista l’antico interesse e lo studio approfondito dei grandi paesisti del passato.

Giulio Carlo Argan 1984


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