Quello che uno è di fronte al mondo

Il ‘douanier’ Rousseau, che è considerato un ‘primitivo’, diceva una volta a Picasso (è Apollinaire che lo racconta): ‘Sì, tu sei bravo quasi quanto me. Tu (Picasso) in stile egiziano, io come pittore moderno’. E aveva ragione (la vera ragione, non quella di Cartesio), perché Picasso ha sempre fatto la pittura ‘classica’, magari piena di invenzioni divertenti, come mettere le ali di aeroplani ai carri romani del Circo. Il ‘douanier’ ha invece inventato l’importanza di dire a fondo quello che uno è, che uno sente di fronte al mondo. La poesia è sentire la storia, sentire l’universo, sentire se stesso vivendo con gli altri. Cacciò una sera a cena con me (tre, forse quattro anni fa) mi disse che lui che vive in un giornale - nell’ogni giorn o- aveva scoperto la poesia (la poiesis, voglio dire, la creazione, non i versi, come si pensa in generale). Ora non può più vivere senza, sarebbe come vivere senza la vita. ‘Forza -gli risposi- fai sentire anche a noi quello che tu senti’. Ma perché scrivere di come è il mondo di Cacciò, se voi potete vedere questo mondo nei suoi quadri?

- Sebastian Matta 1971


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